Buongiorno Ceramica Buongiorno Ceramica

Ceramica colta, ceramica popolare.

Ascolta Este e la sua tradizione ceramica raccontate da Jean Blanchaert

Este è sulla guida “Le Città della Ceramica” pubblicata da Touring Club Editore e AiCC.
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Le ceramiche di Este (Padova)sono uniche al mondo per fattura, materiali e lavorazione, eseguita a mano ancora oggi. La produzione della ceramica è continuata pressoché ininterrottamente dalla preistoria a oggi, come documentano i manufatti conservati al Museo Nazionale Atestino, che esemplificano i diversi livelli di evoluzione del gusto e della tecnica. Dopo la battuta d’arresto medioevale, la manifattura riprende slancio nel Settecento, dopo che l’Europa abbandona i fornitori orientali di ceramica e si rivolge a produttori locali.


In questo periodo ad Este ci sono già sei manifatture perfettamente operative, sorte in concomitanza con la scoperta del segreto delle porcellane orientali. A questo proposito, si parla di una vera e propria “fuga di manodopera” dalla manifattura di Nove di Bassano, una diaspora che fa diffondere metodi e stili di lavorazione in numerosi centri italiani ed esteri, ma che soprattutto fa eccellere ad Este alcune fabbriche, come la manifattura Brunello, situata al ponte della Girometta, la Costa-Fabris, ubicata in via Settabile e la più importante, la Franchini con sede in Borgo Schiavin. Franchini era un orafo e un incisore e decise di fondare la propria fabbrica di terraglie e porcellane, avvalendosi della collaborazione di Jean Pierre Varion, un espertissimo modellatore: questo sodalizio permise la produzione di esemplari in ceramica di gran valore artistico. Parallelamente alla ceramica colta, nelle manifatture si produceva anche ceramica popolare, con nuovi modelli e decori policromi ben caratterizzati: vasi, piatti, cestelli, gruppi e centro tavola con oliere o brucia profumi, in terraglia giallina o in maiolica e terracotta ingobbiata e dipinta o smaltata. Questa è la tradizione che giunge fino a nostri giorni: negli anni Cinquanta, ad opera di Giovanni Battista Giorgini, ci fu una vera e propria riscoperta degli stampi antichi che furono ritrovati, ben conservati, nella sede della prima manifattura. Iniziò così un nuovo modello di sviluppo della produzione ceramica di Este, basato sulla fedeltà alla tradizione ma, anche, sui contatti con disegnatori e stilisti che, da tutto il mondo, vengono ad Este per progettare e produrre ceramica.


Le ceramiche della tradizione di Este si distinguono principalmente per la tonalità giallina della terraglia. I gruppi scultorei, principalmente quelli prodotti dal Varion, presentano forme aggraziate e arrotondate, con le proporzioni degli arti quasi infantili; i vasi tipicamente traforati e i cestelli ad intreccio sono realizzati nello stile rococò e neoclassico; quelli di epoca più tarda si trovano anche con decoro in policromia.

Musei

Museo Nazionale Atestino

La missione del Museo Nazionale Atestino è quella di acquisire, conservare, ordinare ed esporre al pubblico, per finalità di educazione e di studio, i reperti preromani e romani di Este e del suo territorio. Il Museo inoltre promuove la conoscenza della civiltà e della storia dei Veneti antichi.

Il Museo Nazionale Atestino è stato accolto nella città come depositario delle testimonianze del passato: attraverso esso e grazie all'impegno di coloro che lo hanno fatto crescere, la civiltà veneta viene costantemente rigenerata e protetta dall'altrimenti inevitabile smembramento e dispersione. Ad Este riconosciamo la funzione di costruire il legame tra passato e presente, e di essere una solida base per il futuro.

Il museo conserva circa 65000 numeri di inventario generale relativi al materiale archeologico e ha acquisito 7400 disegni relativi a reperti archeologici, schede di catalogo e schede di restauro. L'archivio fotografico è composto da circa 37600 negativi. All'interno del museo si trova anche una Biblioteca specialistica formata da 4400 volumi circa.

Nella sede museale sono ospitati i materiali archeologici più rappresentativi della cultura dei Veneti antichi, vissuti in questa regione durante tutto il I millennio a. C.: attraverso questi il visitatore potrà scoprire l'evoluzione di un'antica civiltà italica dedita a floride attività artigianali e mercantili.

La sezione romana illustra la trasformazione della città di Ateste, tra il I secolo a. C. e il II secolo d. C., mentre una piccola sezione è dedicata alla ceramica medievale, rinascimentale e moderna.

 

Il Museo Nazionale Atestino ha sede dal 1902 nel Palazzo dei Mocenigo, costruito nel XVI secolo inglobando nella facciata principale un tratto delle mura del trecentesco castello dei Carraresi, sorto a sua volta nell'area della prima dimora feudale del 1056 della principesca famiglia degli Estensi.

Il palazzo era stato costruito alla fine del XVI secolo dai patrizi veneziani Mocenigo lungo il canale Sirone. In origine era articolato in due corpi simmetrici a L, ma l'ala di sud-est fu distrutta da un incendio nel 1785. Pochissimi sono oggi gli elementi originali: tre saloni del piano nobile conservano nelle volte effreschi attribuiti al vicentino Giulio Carpioni (1611-1674), con quadrature architettoniche entro le quali sono rappresentati putti, trionfi di frutta e fiori, figure allegoriche che evocano le virtù della famiglia Mocenigo.

Il Castello dei Carraresi può essere considerato parte integrante del museo, sia per la sua posizione che per la storia delle ricerche archeologiche che hanno contribuito a formare le collezioni oggi oggetto di visita.

Fu voluto nel 1339 da Ubertino da Carrara e conserva oggi la cinta muraria merlata, lunga circa un chilometro, intervallata da 12 torri (in origine erano 14). L'edificio fu costruito su una precedente fortezza estense, dove nel Duecento si riunivano poeti e trovatori alla Corte di Azzo VI d'Este.

L'interno del Castello è oggi adibito a parco pubblico, con punti di vista e scorci scenografici ed uno splendido panorama sui Colli Euganei.

Per informazioni:

Museo Nazionale Atestino
Via Guido Negri, 9/c
35042 Este (PD)
Tel 0429 2085 - 0429 603996
pm-ven.museoeste@beniculturali.it
www.atestino.beniculturali.it


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