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Fornace Alba Docilia


Una storia di secoli, quella della Fornace Alba Docilia, in via Stefano Grosso, nel centro storico di Albissola Marina. Sono certamente più di quattro, visto che, dai registri del catasto, nel 1641 risultano attive nelle Albisole 24 fornaci, e questa è una delle fabbriche in piena attività.

Alla fine del Settecento, solo ad Albissola Marina, sono 32. E’ dall’ultimo quarto del quindicesimo secolo che si ha notizia di una produzione ceramica albisolese. Nel tempo, cambiano gli stili, la maiolica lascia progressivamente il campo ad altri oggetti in ceramica, maggiormente di uso domestico, ma l’attività cresce, con una produzione altissima, fino a milioni di pezzi. Ciclicamente si alterneranno periodi di alti e bassi, nel secolo scorso Albisola avrà un ruolo importante nel Futurismo, fino a diventare un’eccellenza assoluta e un punto di riferimento per i più bei nomi dell’arte figurativa.

La Fornace, una delle fabbriche ceramiche più longeve sul territorio, nella prima fase della sua storia opera dal 1600 fino agli albori del Novecento. Di proprietà inizialmente della famiglia Conrado e successivamente, attraverso vari passaggi di proprietà, della famiglia del sacerdote Paolo Tortarolo, tornerà a vivere nel 1919, quando Adolfo Rossello, con un gruppo di finanziatori, la fa rinascere. Negli anni successivi, sotto la direzione del pittore Mario Gambetta, vince premi e partecipa alla Fiera Campionaria di Milano. Nel 1923 diventa cooperativa, ma dall’anno successivo Rossello e i figli Angela Teresa, Vittorina, Francesco Adolfo e Pietro sono gli unici proprietari. Nel 1934 la produzione è presentata a Tripoli, Lipsia e Vienna; nel 1938 è  presente a grandi mostre a Roma e Firenze. Tra i ceramisti che collaborano con l’Alba Docilia fra il primo e il secondo dopoguerra ci sono Guglielmo Bozzano, Romeo Bevilacqua, Amleto Modolo, Ivos Pacetti, Virio da Savona, Cerruti, Carlo Frumento e Benedetto Gaggero. Adolfo Rossello muore nel novembre1953 e la ditta passa ai figli: sarà Francesco Adolfo a gestirla fino alla chiusura definitiva, il 13 dicembre 1982.

E’ l’amministrazione comunale ad acquisire i locali e a dare corso al pieno recupero della fabbrica per adibirla a spazio espositivo. Negli spazi interni, si trovano strutture che raccontano l’antico processo produttivo. Innanzitutto i tre forni novecenteschi rimasti intatti e la botola per il passaggio delle fascine che, poste al piano superiore vicino al forno, una volta seccate dal calore, venivano introdotte nella bocca del forno. Poi, ecco le vasche per la decantazione della terra, e le ‘murate’ (in dialetto mueè) su cui veniva affinata la terra nell’accesso alla Fornace da Vico Chiuso, strettissimo vicolo, che la collega via Italia.

Dopo l’affidamento, per la gestione, alla Fondazione Passarè (nella Fornace erano ospitate, tra le altre, opere di Wilfredo Lam e di Lucio Fontana, oltre al Monumento alla Figurinaia di Umberto Piombino), nel maggio 2012 la Fornace venne chiusa in seguito al distacco di mattoni dalla volta della Galleria. I lavori per la messa in sicurezza della struttura, effettuati nelle primavera 2016, hanno consentito la riapertura nel successivo mese di giugno, con la gestione affidata dal Comune di Albissola Marina alla Associazione culturale ‘La Fornace’. LaFornace Alba Docilia è parte integrante del MuDA (Museo Diffuso Albissola), che comprende anche il Centro esposizioni e Sala di lettura di via dell’Oratorio, la Casa Museo Jorn di via D’Annunzio (sulla collina dei Bruciati) e il Lungomare degli artisti.

http://www.lafornacealbissola.it

Chi contattare:
Associazione La Fornace
Informazioni

  • 15 e 16 maggio 2021
  • ore 16.30-18.30
  • Via Stefano Grosso 22
  • Albissola Marina (Savona)