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Sassuolo

Sassuolo, conosciuta per la produzione di piastrelle di ceramica, ha una lunga tradizione che affonda le radici nel pa ssato, evolvendo nel tempo un’attività artigianale a un fenomeno industriale di grande impatto.

 

La sua fama mondiale è il risultato di un modello che ha saputo coniugare l’arte della ceramica con l’innovazione tecnologica, senza mai perdere l’aspetto creativo e artistico che caratterizza il Made in Italy. Questo processo di industrializzazione, che si consolidò dopo la Seconda Guerra Mondiale, ha portato a un successo globale, con le piastrelle italiane apprezzate in tutto il mondo grazie alla ricerca di innovazione e soluzioni sostenibili.

Dall’Epoca Romana alla Ceramica Moderna

La tradizione ceramica del territorio modenese è documentata fin dall’epoca romana.
Modena (Mutina) era conosciuta come uno dei centri principali di produzione ceramica, specialmente nel settore delle lucerne. Gli scavi recenti hanno rivelato oltre 120 fornaci nel territorio, utilizzate per la produzione di ceramiche di alta qualità, che venivano esportate in tutto il Mediterraneo. Il sito archeologico di Giumentone di Sopra ha confermato la presenza di una produzione ceramica sofisticata e ben organizzata. Dopo la caduta dell’Impero Romano, la produzione ceramica subì una battuta d’arresto, ma dal X secolo iniziò un recupero che portò Sassuolo a essere un importante centro di produzione anche nel Medioevo. Il XIV secolo vide l’emergere di ceramiche decorate, segno di una crescente attività artigianale.

Nel Cinquecento, l’arte ceramica sassolese divenne sempre più documentata, con la presenza di laboratori privati che producevano e vendevano ceramiche. Nonostante le difficoltà politiche, la tradizione ceramica prosperò, arrivando al Settecento, quando la maiolica, una tecnica innovativa, sostituì gradualmente la terracotta rossa e la terraglia. Nel 1741, un gruppo di imprenditori sassolesi avviò la produzione di maiolica, segnando l’inizio di una nuova era. Sebbene il progetto iniziale non ebbe grande successo, fu sotto la guida di Gio. Maria Dallari che la “Fabbrica delle Maioliche” conobbe un periodo di sviluppo significativo che diede avvio alla transizione verso una produzione più industriale.

Nel XIX secolo, il settore ceramico sassolese continuò ad evolversi, con la produzione di maioliche e terraglie di uso quotidiano. L’industria ceramica sassolese visse un periodo di crescita sotto la gestione della fabbrica di Gio. Francesco Ferrari Moreni, che nel 1836 acquisì la “fabbrica delle maioliche” dei Dallari. La produzione aumentò notevolmente, ma fu solo a partire dalla seconda metà del secolo che Sassuolo iniziò a vedere una vera e propria industrializzazione della ceramica. La nascita di nuove fabbriche e la crescita del mercato delle mattonelle per pavimenti rappresentarono il passaggio alla produzione industriale su larga scala.

All’inizio del Novecento, le manifatture ceramiche sassolesi continuavano a operare, anche se con difficoltà, ma la Seconda Guerra Mondiale rallentò la produzione. Tuttavia, la ricostruzione post-bellica segnò una nuova fase di espansione, stimolata dalla crescente domanda di piastrelle per strutture pubbliche e private. Negli anni ’50 e ’60, l’industria ceramica di Sassuolo conobbe un boom e la crescita fu esponenziale: le fabbriche passarono da 130 nel 1964 a 200 nel 1970, e la forza lavoro crebbe da 7.000 nel 1960 a oltre 32.000 negli anni ’70. Questo periodo segnò l’inizio dell’espansione internazionale dell’industria ceramica sassolese, le cui piastrelle iniziarono ad essere esportate in tutto il mondo, consolidando la ceramica come un importante settore economico. La creazione dell’associazione di categoria Assopiastrelle, nel 1963, che divenne poi Confindustria Ceramica, segnò la nascita di un’industria ceramica moderna e ben organizzata, che continua a essere un punto di riferimento a livello mondiale grazie soprattutto alla capacità di unire soluzioni tecnologiche innovative e design di altissima qualità.