Fratte Rosa
“il Signore ci ha dato quella terra fredda, e gli uomini qui a Fratte Rosa ne hanno fatto le terrecotte”.
Fratte Rosa, piccolo borgo situato sulle colline dell’entroterra pesarese, è conosciuta come la capitale della lavorazione delle terrecotte della zona nord delle Marche ed il luogo storico di “cocciari” o “pignattari”, termini che tradizionalmente contraddistinguono coloro che lavorano l’argilla.
La produzione di terrecotte è qui considerata, da sempre, prodotto del territorio in quanto a unicità delle sue forme e processo di lavorazione che ne garantisce la qualità.
Il paese, insieme ad altri centri limitrofi è collocato in un territorio denominato “i Lubachi”, termine che caratterizza la grande presenza di argilla, una terra grigia, compatta e non ruvida.
Le ricerche, hanno permesso di constatare che a Fratte Rosa, in passato, era registrata la più alta concentrazione di laboratori e botteghe come fonte importante per l’economia paesana e la tradizione dei “cocci” risale probabilmente alle origine stesse del Paese.
Non è un caso che il termine “Fratte” sembra derivi dal latino “fracta” e cioè terra battuta, rotta, macinata, lavorata ovvero l’essenza delle azioni dedicate alla sua lavorazione e manipolazione. Come confermano gli scritti contenuti nell’Archivio storico Malatestiano di Fano, è possibile datare l’origine della lavorazione della terracotta al Medioevo, anche se era conosciuta già in epoca romana e molto in uso presso la popolazione della vicina città di Suasa.
Alla fine del 1800 Fratte Rosa e Barchi costituivano i due maggiori poli nel territorio per la produzione di “stoviglie da fuoco”.
Nel 1911 risultano esistenti a Fratte Rosa, 8 botteghe della lavorazione dei “cocci”, stoviglie molto ricercate per la resistenza straordinaria all’azione del fuoco, quindi utilissimi per cucinare ma anche per la conservazione dei prodotti.
I cocci della tradizione di Fratte Rosa mostrano caratteristiche uniche: le “stoviglie da fuoco” e gli utensili per la conservazione dei prodotti sono caratterizzati da smalti dei colori della terra, in particolare il miele, marrone, verde ramina, oggi in disuso, e il più apprezzato nero, considerato uno smalto unico delle marche, d’Italia e anche oltre.
Lo smalto nero dai riflessi color melanzana è dato dalla presenza di manganese con una ricetta che veniva tramandata gelosamente di padre in figlio, nell’osservanza dell’antico “segreto di bottega”. Il manganese per il colore nero era di facile reperimento nel territorio locale ma in seguito, insieme ai silicati, veniva trasportato in maggior quantità dalla zona di Anghiari (Arezzo), dove veniva raccolto nei campi. In tempi più recenti, la polvere di manganese già lavorata proveniva da Sansepolcro (Arezzo).
Fratte Rosa con la sua “terracotta” vanta la partecipazione alle “eccellenze artigianali” delle Marche, territorio ricco di storia e tradizioni, in un percorso dedicato al fattoamano che ne valorizza maggiormente il significato, la sua origine secolare e la qualità dei prodotti.
Le botteghe artigiane presenti nel territorio, si esprimono fra tradizione e modernità, sia attraverso gli antichi metodi di lavorazione al tornio che con oggetti decorati secondo la tradizione rinascimentale ma anche con una espressione creativa più “attuale”.