Asciano
Il borgo di Asciano sorge su un antico abitato romano che poi, in età medievale, divenne insediamento economico-produttivo e, successivamente, castello.
Molte sono le tracce della sua storia ceramica, che ancora si conservano tra le vie e i vicoli cinti dalle mura in pietra. Negli ultimi anni la ricerca ha portato alla luce importanti testimonianze relative ad un passato produttivo di alto livello che, sebbene sia, allo stato attuale degli studi, ancora poco attestato per l’epoca etrusco-romana, è ampiamente dimostrata l’incredibile fioritura in età medievale che prosegue, senza soluzione di continuità, fino allo scadere dell’800, e continua, poi, con timidi approcci, fino al rinnovato interesse dei giorni nostri.
Tra i monumenti della città, particolarmente importante è l’area “del Cocciaio”, antico quartiere artigianale deputato alla produzione della ceramica. Ancora oggi, in quest’area, si conserva una fornace, probabilmente in uso anche dagli ultimi vasai della famiglia storica dei Francini (XVIII-XIX secolo). Oltre alla “Fornacetta”, molti sono i monumenti legati al mondo della ceramica presenti sul territorio: dalle targhe devozionali e di proprietà ancora murate sulle facciate degli edifici, alla famosa Via Crucis conservata nella Basilica, ai numerosi reperti custoditi ed esposti all’interno del Museo Civico.
La maggiore originalità nelle forme e decori della produzione ascianese risale al XIV e inizio XV secolo, momento in cui i contatti con diverse località (Siena, l’area umbro-laziale e l’aretino) risultano essere forti e frequenti, anche grazie al persistere di quella viabilità terrestre -la Via Lauretana- che permise al borgo di Asciano di assurgere a importante snodo commerciale favorendo contatti con zone anche molto lontane.
La produzione ascianese quindi è caratterizzata da una rivisitazione dei decori “carpiti” da un ampio bacino di contatti, a volte anche “fusi” insieme ottenendo così un risultato inedito ed originale. Successivamente, nel corso del XV secolo, si verifica una standardizzazione e “allineamento”con la produzione senese, che tuttavia dovrebbe essere letta considerando che, nella seconda metà del XIV e per tutto il XV secolo, lo scambio di maestranze e artigiani fu favorita da un lato dagli accordi con Siena, che consentì ad artigiani ascianesi di operare anche in città e viceversa . Questo parallelismo di produzione è particolarmente evidente nelle “ingubbiate e graffite”.
Un ulteriore slancio di originalità e alto livello artistico si registra poi con alcune grandi famiglie, in particolar modo i Filigelli prima, e i Francini poi, che generazione dopo generazione raggiunsero una stima e grande considerazione delle loro botteghe, tanto da essere conosciuti molto oltre i limiti territoriali, realizzando importanti commissioni anche di altissimo livello. Negli anni la crisi economica progressivamente le porta alla chiusura.
Negli anni Novanta, grazie a una serie di rinvenimenti di materiale ceramico medievale e rinascimentale di grande importanza (attualmente esposto nella Sezione Ceramica del Museo di Palazzo Corboli), si risveglia l’interesse per questa arte insieme ad una consapevolezza dell’antica tradizione locale, che porta all’impianto di nuove attività, sia botteghe artistiche artigianali che aziende per produzioni industriali di vario genere. Dopo questo primo slancio, purtroppo, la rinnovata produzione ascianese subisce una nuova battuta di arresto: a causa della generalizzata crisi economica italiana, progressivamente molte delle attività produttive furono costrette a chiudere.
Una nuova sinergia, negli ultimi anni, sta rilanciando la tradizione ascianese: da un lato grazie alla volontà e determinazione di alcuni artigiani che hanno scelto, in vario modo, di dedicarsi alla lavorazione artistica di alto livello, ripensando, in chiave attuale, questo antico mestiere, e, dall’altro lato, il progredire delle ricerche archeologiche e storiche, sempre promosse e fortemente volute dall’Amministrazione Comunale.
Ad oggi sono attive piccole aziende artigianali di ceramica artistica, alcune delle quali svolgono anche attività di restauro di reperti ceramici, molti dei quali sono tutt’oggi esposti al Museo di Palazzo Corboli.