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Sesto Fiorentino

Tre secoli incontro al gusto.

Ascolta Sesto Fiorentino e la sua tradizione ceramica raccontate da Jean Blanchaert

Sesto Fiorentino è sulla guida “Le Città della Ceramica” pubblicata da Touring Club Editore e AiCC.
La guida è acquistabile in libreria e su Touring Club Store >

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Recenti scavi archeologici hanno consentito il ritrovamento nel territorio di Sesto Fiorentino (Firenze) di ceramiche a linee incise e di ceramiche a bocca quadrata risalenti alla fine del V millennio a.C. Le prime fasi dell’età del Rame furono caratterizzate dalla diffusione di ceramiche a superfici scabre, ornate con squame e striature. Ad esse si aggiunsero quelle con decori a solcature. Dalla fine del III millennio si diffuse ampiamente la cultura legata al cosiddetto “bicchiere campaniforme”.

 

La storia della ceramica sestese in epoca moderna ebbe inizio con la fondazione della Manifattura Ginori avvenuta intorno al 1737 ad opera del marchese Carlo Ginori. Nell’arco dei decenni successivi l’azienda ampliò costantemente la propria struttura produttiva (nel 1774 occupava oltre 100 operai). Fabbricava maioliche e porcellane di grande pregio artistico, per le quali era conosciuta in tutta Europa. Le caratteristiche artigianali della produzione non cambiarono per molto tempo.

 

Solo negli ultimi quattro decenni dell’Ottocento nella manifattura avvenne una trasformazione in senso industriale. Il numero degli occupati e quello dei pezzi fabbricati crebbe progressivamente fino a raggiungere rispettivamente le 1.400 unità e i 4 milioni di pezzi. La qualità artistica della produzione rimase comunque sempre ad alti livelli. La manifattura ottenne successi in molte esposizioni internazionali presentando il meglio della propria produzione: dal vasellame pregiato in finissima porcellana a “guscio d’uovo”, alle maioliche che si rifacevano a modelli cinquecenteschi, alle stoviglie d’uso e ai prodotti per l’industria. Dopo l’acquisto dell’azienda da parte del gruppo Richard (avvenuto nel 1896) l’espansione industriale venne ancora accentuata. La produzione artistica continuò comunque ad avere uno spazio importante nell’attività della manifattura. Nella stagione del liberty la Richard-Ginori fabbricò opere di grande pregio. Negli anni Venti e Trenta del Novecento la innovativa linea produttiva progettata da Gio Ponti impose nuovi canoni stilistici non solo nel settore della ceramica. La collaborazione tra designer e strutture produttive sarebbe diventata assai frequente nei decenni successivi. Ancora oggi alcuni dei migliori progettisti italiani lavorano per le aziende del comprensorio sestese.

 

Tra la fine dell’Ottocento e gli inizi del Novecento furono fondate le prime manifatture artigianali spesso da ex pittori e modellatori della Manifattura Ginori che, volontariamente o meno, avevano abbandonato la fabbrica in un momento in cui la produzione di oggetti d’arte, in particolare di maioliche, veniva ridimensionata quantitativamente. Verso il 1891 fu fondata la Società Ceramica Colonnata, intorno al 1896 la Società Industriale per la Fabbricazione delle Maioliche Artistiche che agli inizi del ‘900 sarebbe stata rilevata da uno dei soci fondatori, Egisto Fantechi.

 

Nel corso del primo quindicennio del Novecento furono costituite la Cooperativa Ceramica Federale, la Manifattura Ernesto Conti e la Ceramica Artistica Alfredo Ciulli. Altre manifatture artigianali iniziarono la loro attività negli anni Venti: la Barraud Messeri e C., la Carraresi e Lucchesi, la Manifattura Alma, la S.A.C.A. Alla vigilia del secondo conflitto mondiale le manifatture ceramiche artigianali erano circa trenta. La produzione di talune aziende rimase entro i canoni stilistici di fine Ottocento, altre manifatture seppero invece cogliere il pungolo dei filoni contemporanei e si ispirarono in particolare alla fondamentale innovazione impressa alla ceramica sestese, negli anni Venti e Trenta, da Gio Ponti.

 

Il grande sviluppo della produzione artigianale avvenne tuttavia solo nel secondo dopoguerra, ancora una volta in coincidenza con un momento di crisi e di trasformazione della manifattura Richard-Ginori. Attualmente operano nel comprensorio sestese circa 90 aziende che continuano nei loro laboratori un’antica tradizione.