Appignano
Còcce e coccià a metà via tra il mare e i monti.
Ascolta Appignano e la sua tradizione ceramica raccontate da Jean Blanchaert
Incuneato nella valle del torrente Monocchia, esattamente a metà via tra il mare e i monti, Appignano (Macerata) si presenta con il ben conservato nucleo medievale ancora cinto dall’antica cerchia di mura, da cui svetta un quattrocentesco campanile cuspidato.
La tradizione ceramica di Appignano risale a prima del 1500, testimonianza della presenza di fornaci e fornaciai risultanti nei registri delle Riformanze. Nel Dicembre 1557, Pasqualino Mariani di Caldarola riceve dai Priori del comune tre scudi per poter iniziare la sua attività di stoviglie rustiche in Appignano: fu il primo vasaio appignanese di cui si ha notizia documentata.
Prima che arrivasse Caldarola, la lavorazione dell’argilla non era una novità per il paese.
I ceramisti venivano chiamati “coccià” per tradizione familiare: nascevano nella stessa casa dove altri vasai erano nati e vissuti e lavoravano nella stessa bottega dove padri e nonni avevano lavorato la terra e fatto girare i torni. La vita dei ceramisti appignanesi erano le “còcce”, ciotole fatte di semplice argilla e modestamente dipinte: i colori utilizzati maggiormente erano il marrone, il nero, il verde e un giallo pallido.
L’attività dei vasai si protrasse per il XVII e il XVIII secolo caratterizzandosi per lo più per la produzione e la creazione di vasellame, cocce, piatti, stoviglie e soprattutto brocche tipche della ceramica del paese. Per l’epoca erano artisti affermati i Ceccaroni di Recanati e i neofuturisti Tulli e Politi, che stimolarono il cambiamento e l’innovazione della produzione ceramica.
Nella produzione antica fino agli anni ’50 circa la forma tipica della ceramica appignanese è la brocca che nel tempo si è evoluta e trasformata per forme, grandezze e colori. Accanto al vasellame rustico si lavoravano le coccette, piccole riproduzioni delle stoviglie utilizzate quotidianamente. Le coccette erano la produzione caratteristica di Appignano, insieme alle campanelle e ai fischietti.
Una delle creazioni più recenti è la brocca d’oro, utilizzata per premiare i vincitori della corsa delle brocche che si svolge nel corso delle feste organizzate presso la Via dei Vasai per mantenere viva la memoria degli antichi vasai.