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Burgio

Grande crocevia della maiolica siciliana.

Ascolta Burgio e la sua tradizione ceramica raccontate da Jean Blanchaert

Burgio è sulla guida “Le Città della Ceramica” pubblicata da Touring Club Editore e AiCC.
La guida è acquistabile in libreria e su Touring Club Store >

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Quartare, lanceddi, ‘nzri, lemmi: i manufatti in maiolica a Burgio (Agrigento) rappresentano un esempio di grande creatività. Le cave d’argilla presenti in loco hanno per secoli alimentato la capacità di creare dal nulla manufatti di pregevole fattura. In modo particolare, tra i secoli XVI e XIX si era sviluppata una tradizione solida, rinvigorita da un gruppo di ceramisti della vicina Caltagirone che a Burgio avevano trasferito la propria arte. Le numerose botteghe sorte, hanno così moltiplicato le produzioni di terracotta smaltata che, via via, si è arricchita di nuovi disegni personalissimi.

 

La vicinanza a Sciacca e quindi all’esperienza dei ceramisti saccensi, ma anche la possibilità commerciale offerta dal mare vicino, hanno fatto di Burgio, nei secoli a venire, un crocevia di maestri e di bottegai che da diverse parti d’Italia hanno conosciuto l’arte dei suoi vasai. Tra questi, il maestro Nicolò Lo Cascio che, tra il 1685 ed il 1703, creò uno stile personale nella serie di vasi da farmacia (firmati e perciò di certa attribuzione). Tra il XVIII ed il XIX secolo, le botteghe locali intensificarono la propria produzione specializzandosi in mattoni per pavimenti decorati con luminose policromie presenti ancora oggi in alcune dimore anche di Palermo.

 

Nello stesso periodo si affianca alla produzione di manufatti in ceramica, la realizzazione di opere rappresentanti scene sacre di carattere devozionale, come il Cristo in croce del 1763. Alla produzione di sofisticata maestria si accompagna la realizzazione di manufatti di uso domestico, commerciabili nelle fiere locali e di uso quotidiano (la giara, lo scolapasta, la fioriera), tutti oggetti per i quali le decorazioni mantengono la propria identità stilistica. I colori, per tutte le opere, restano ancora oggi prodotti da antiche ricette ai più ignote, in possesso di un maestro ceramista che, oggi, si adopera per tramandarne ai giovani la composizione.

 

Quando si osserva un’opera in ceramica dei maestri di Burgio non si può non rimanere coinvolti dalle luminose policromie che rendono le forme quasi creature viventi. Perpetuare quest’arte e renderla oggi fucina di nuovi talenti è l’idea alla base del Progetto “Ceramica risvegliata” del Comune di Burgio, per rivitalizzare un antico mestiere, che rischiava di estinguersi, attraverso il recupero dell’antica tradizione. Grazie al un lavoro di ricerca storica, è stata promossa l’apertura di nuove botteghe artigiane e sono stati istituiti corsi di formazione per ceramisti rivolti in particolare ai giovani.

 

L’officina dei fratelli Giuseppe e Paolo Caravella è un museo della ceramica burgitana. Nella bottega di lavoro si può ammirare la “balata” sulla quale viene impastata la creta, il tornio che viene fatto girare con i piedi e l’enorme fornace dove vengono cotte le ceramiche. Il processo di lavorazione degli oggetti ceramici è rimasto invariato mantenendo la tradizione del processo produttivo antico. Entrare in questa bottega è come fare un viaggio a ritroso nel tempo.