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Laterza

Eleganti cavalieri in scena.

Ascolta Laterza e la sua tradizione ceramica raccontate da Jean Blanchaert

Laterza è sulla guida “Le Città della Ceramica” pubblicata da Touring Club Editore e AiCC.
La guida è acquistabile in libreria e su Touring Club Store >

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laterza

Fin dalle epoche più remote Laterza (Taranto) è stata un originale centro di attività ceramica come è testimoniato dai numerosi reperti rinvenuti appartenenti all’età della Magna Grecia, a quella Romana e a quella del Medioevo.

 

È proprio dall’età del Medioevo in poi che da noi l’attività figulina sviluppa la produzione della ceramica invetriata e della ormai famosa maiolica, che si differenzia dalle produzioni ceramiche più antiche per il bianco rivestimento stannifero ricoperto da una vernice lucida.

 

Tuttavia, per quanto riguarda la produzione ceramica nell’età medievale, sono carenti le fonti che forniscano una esauriente conoscenza di tale attività.

 

La figulina laertina, del periodo fra il XVII ed il XVIII secolo, è stata definita maiolica artistica.

 

Sono proprio di questo periodo le testimonianze storiche più vive dei ceramisti laertini come: Leonardo Antonio D’Andriuzzo che firmò il Calvario dal colore azzurro cupo, posto all’entrata della sagrestia del Santuario Mater Domini, nonché la tavoletta bicromatica della Natività di Cristo (collezione privata); segue Leonardo Antonio Collocola, plausibilmente sacerdote, che, operante in Laterza dagli inizi del Settecento, firmò una serie di mattonelle che molto spesso venivano collocate accanto ai portali d’ingresso delle abitazioni notabili. Altre testimonianze storiche le possiamo trovare nel Santuario Mater Domini su una parete della cripta, una raffigurazione ceramica a tre colorazioni dell’Immacolata Concezione, firmata e datata Mastro Giuseppe Mele, anno 1761.

 

La qualità materica e pittorica raggiunse altissimi livelli con l’uso dello smalto stannifero e di un abbondante repertorio iconografico.

 

I manufatti realizzati, di varie forme, illustravano vari aspetti della civiltà laertina nelle varie epoche con l’uso di vari stili, dal compendiario all’istoriato, dalla monocromia alla policromia. A partire dalla fine del Seicento si sviluppò un tipico istoriato, definito “istoriato laertino”, tra i soggetti s’impongono, soprattutto su grandi piatti, quelle che genericamente si definiscono “scene con cavalieri”.

 

Elemento di rilievo della maiolica laertina è l’elegante stesura cromatica, prevalentemente turchina su smalto bianco con sobri interventi di giallo e verde (fine XVIII secolo). La duttilità dell’argilla ha dato luogo a svariate produzioni; le forme ceramiche prodotte (quali maioliche da parata o da pompa, vasi da farmacia, albarelli, bottiglie, acquasantiere, stemmi), suggerite dalle destinazioni d’uso, si perfezionarono nel corso dei secoli.

 

Di grande interesse oggi alcune botteghe artigianali di ceramica artistica che si ispirano alle tipologie formali e agli stili decorativi di quel periodo, ai quali si affianca una produzione di ceramica di forme e motivi decorativi tradizionali rivisitati in chiave moderna.